Cosa succede al CERVELLO quando fumo la CANNABIS?
Tutti noi, almeno una volta durante la nostra adolescenza, siamo entrati in contatto con la cannabis. Chi, tra noi, pur non fumando, non ha mai avuto quell’amico o quegli amici che ne facevano uso? Be’, il consumo di cannabis negli ultimi anni è aumentato in maniera vertiginosa e noi poco o nulla possiamo fare se non informarci in maniera intelligente e provare a guardare il fenomeno da più punti di vista. Perché sì, anche questo ci insegna la scienza, la ricerca: un problema non ha mai un unico modo di poter essere affrontato. E proprio su questi presupposti che oggi ci raccontiamo un po’ di cose che riguardano il nostro cervello e cosa succede se si fa uso (e abuso) di queste sostanze.
Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo iniziato a guardare il nostro cervello non più da solo ma lo abbiamo fatto ponendolo al centro di contesto più ampio, per esempio l’ambiente, e abbiamo visto come questo possa influenzare in maniera significativa ciò che avviene nella nostra testa (vedi qui)
Disclaimer enorme come una casa! In questo video NON FAREMO IN ALCUN MODO PROPAGANDA CONTRO O A FAVORE DELL’USO DI CANNABIS ma proveremo semplicemente a raccontarci qualche storia di scienza.
É ormai noto da anni che l’utilizzo di cannabis, associato o meno al consumo di alcol, ha come effetti un calo nell’attenzione, nella memoria e nella capacità di elaborare velocemente le informazioni oltre che a una riduzione di una serie di abilità definite “visuo-spaziali” e che, quindi, riguardano le nostre capacità motorie e la nostra vista. Tutto questo è particolarmente evidente negli adolescenti, gli attori di questo viaggio che abbiamo intrapreso da un pò di tempo. Alcuni di questi deficit, di questi problemi sembrano perdurare per molto più tempo rispetto ad altri. Per esempio il disturbo da disattenzione sembra essere più marcato e duraturo rispetto a quello della memoria.
Quello che succede nel nostro cervello, però, non riguarda solo le funzioni ma, badate bene, anche la struttura di quest’organo. Spero non vi stiate meravigliando. Ce lo siamo raccontati un sacco di volte. Il nostro cervello è plastico e, di conseguenza, si adatta alle condizioni nelle quali si trova funzionare. Ma come si incastra l’abuso di cannabis in questo fenomeno? Be’, per esempio, diversi studi hanno messo in luce come chi faccia un uso smodato di questo tipo di sostanze presenti delle differenze a livello anatomico significative rispetto ad adolescenti che, invece, non le consumano o che, comunque, non lo fanno in grandi quantità. Negli adolescenti che fanno abuso di cannabis in grandi quantità è stato infatti dimostrato come possa esserci una riduzione del volume in regioni come l’ippocampo o la corteccia frontale.
E se c’è un’altra cosa che ci raccontiamo ormai da quanto ho aperto il canale e che ogni area del cervello ha “cose” che servono per fare “cose”. Ecco, le due aree che vi ho accennato, l’ippocampo e la corteccia frontale, sono ricche di recettori cannabinoidi.
Fermi, fermi. Lo so. Non è una parolaccia.
I recettori cannabinoidi sono, molto banalmente, delle proteine che si trovano sulla membrana delle cellule, sulla parte più esterna e che servono per creare un legame con delle sostanze che si trovano invece all’esterno delle cellule. Nel nostro caso queste proteine, questi recettori, cosa fanno? Si legano a specifiche sostanze che prendono il nome di cannabinoidi. Il nome vi dice qualcosa? Sì, state pensando bene. Una classe di questi cannabinoidi (i fitocannabinoidi) sono presenti anche nella cannabis. Nello specifico nella cannabis sativa e uno dei più celebri rimane sempre il THC, il tetraidrocannabinolo.
Quello che ci interessa sapere è che si tratta di una sostanza psicotropa, ovvero di una sostanza capace di modificare lo stato psico-fisico di una persona. Senza andare troppo per le lunghe, sappiate che, nel nostro organismo, questi recettori formano una vera e propria rete di azione, un sistema che chiameremo sistema cannabinoide endogeno. Ma questo sistema a cosa ci serve? Perché ci interessa conoscerlo? Be’ perché contribuisce a regolare in maniera corretta lo sviluppo del nostro cervello.
Un esempio che i ricercatori hanno azzardato negli ultimi anni è che possa essere coinvolto in quel fenomeno di potatura neuronale del quale avevamo accennato anche in questo video.
Se l’abuso di cannabis interferisce con questo sistema andando a ridurre il numero di recettori tutto questo può avere effetti proprio su questo sistema di potatura. E, se 2+2 fa 4, allora questa non è assolutamente una cosa positiva per il normale sviluppo del cervello durante il periodo dell’adolescenza.
Ma tutto ciò dove ci porta? In alcuni casi lungo strade assolutamente non belle. L’uso di cannabis durante l’adolescenza infatti aumenta il rischio di sviluppare disordini psicotici nel corso della vita. E l’esempio più atroce su tutti è la schizofrenia. Sì, avete capito bene, fumare cannabis durante l’adolescenza aumenta il rischio di diventare schizofrenici.
Vi lascio qui un articolo molto molto interessante, pubblicato quasi due anni fa sul sito della fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze. Un aspetto interessante che mette in luce l’articolo riguarda la quantità di THC che, negli ultimi dieci anni, è sensibilmente aumentata. Capite bene che, se da un lato è preoccupante l’abuso di questa sostanza, dall’altro lo è ancor di più un aumento della quantità che poi viene effettivamente assunta da chi fa abuso di cannabis.
📃 Studi scientifici su cannabis, cervello e schizofrenia ⤵
2. Cannabis and adolescent brain development
3. Adverse Effects of Cannabis on Adolescent Brain Development: A Longitudinal Study